Martí Guixé e Inga Knölke tornano a lavorare sugli spazi del Salone Centrale della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea con Intertwingled – The Role of the Rug in Arts, Crafts and Design. La mostra, aperta fino al 4 settembre prossimo, inaugura la nuova stagione di programmazione del museo e segue a distanza On Flower Power, il progetto del 2019 che si è occupato del Role of the Vase in Arts, Crafts and Design.

Come la similitudine dei titoli estesi suggerisce, si tratta di due mostre pensate come parte di un progetto unitario, con Intertwingled che avrebbe dovuto svolgersi già nel 2020, ma che arriva a Valle Giulia con due anni ritardo a causa della pandemia. La presentazione della nuova mostra è stata l’occasione per i curatori e per la direttrice Cristiana Collu di svelare che il progetto è pensato in realtà come un trittico, e anticipare che il terzo capitolo, programmato per il prossimo anno, si occuperà del food design, tema a cui i due curatori si dedicano sin dalla fine degli anni ’90.


Martí Guixé è una presenza familiare e ricorrente nella Galleria. Sue sono le installazioni che da due anni accolgono il visitatore alla base della scalinata su Viale delle Belle Arti, degli assemblaggi modulari di bancali in legno verniciati in bianco che interpretano il momento presente componendo parole (OPEN!, in occasione della prima riapertura del museo dopo il lockdown nella Giornata Internazionale dei Musei 2020, I SAY I, per la mostra dallo stesso nome) emoji (il lucchetto di unlock, per la seconda riapertura nel 2021) o simboli (il fiore stilizzato a accompagnare la scritta le radici devono avere fiducia nei fiori); l’ultima, PEACE, sottolinea il pensiero si vis pacem, para pacem; la pace è molto di più della assenza di guerra.

Il designer catalano – o ex-designer, come spesso viene definito – è anche responsabile della nuova sistemazione dell’ingresso monumentale dell’edificio di Cesare Bazzani, del progetto degli spazi di accoglienza, del bookshop, e del piccolo Trojan Bar nella Sala delle Colonne. Suoi sono i nuovi arredi e inconfondibile è lo stile delle supergrafiche dipinte a mano in caratteri Bodoni, che indirizzano con immediatezza il visitatore verso le rispettive funzioni.


Nel 2018 La Galleria Nazionale è protagonista del terzo capitolo della serie Statement Chairs con la quale Guixé rende omaggio alla seduta monoblocco in plastica bianca, simbolo di design democratico a basso costo, popolare e diffuso ovunque nel mondo. Nel corso di una performance aperta al pubblico, Guixé dipinge la tag “Honour Cheap Furniture” con vernice rossa o nera su 150 sedie bianche, 30 verdi, e 5 tavolini monobloc. Le sedute entrano far parte degli arredi del museo e sono utilizzate per trasformare la Sala delle Colonne in spazio per eventi, presentazioni e conferenze.

A partire dal 2016 la rilettura degli spazi architettonici della Galleria, il recupero radicale della loro centralità e identità e la piena valorizzazione della loro relazione con la luce naturale e lo spazio esterno sono tra gli elementi chiave dell’operazione Time is Out of Joint; la Sala delle Colonne è uno degli ambienti che meglio esprime questa reinterpretazione: attraversando continue fasi di riallestimento, conserva e esalta il suo carattere di spazio aperto di accoglienza e di condivisione, proprio come lo ricorda Giuseppe Micali nelle sue opere del 1930, non a caso selezionate tra quelle della collezione per dialogare con l’allestimento di Intertwingled.


Questo progetto organico e in evoluzione, tanto da essere rinominato Sala delle Colonne Remix, vede nel 2019 Martí Guixé portare il parco di Villa Borghese all’interno del museo, con l’intervento pratoreloaded. Un prato in erba sintetica viene disegnato con uno spray bianco, con una tecnica simile a quella utilizzate per tracciare le righe dei campi da gioco; ma in questo caso il disegno è una lunga cornice perimetrale che riporta il nome della Galleria per esteso e contiene una serie di motivi grafici al suo interno. Il passaggio successivo, nel 2020, è la realizzazione di un nuovo tappeto su disegno che ci fa scoprire che il prato col suo tracciato non sono stati altro che il suo mockup preparatorio in scala reale.
E non è certamente casuale che Intertwingled parta proprio dalla Sala delle Colonne, con delle nuove sedute progettate come grandi tappeti arrotolati, fluttuanti a pochi centimetri da terra, proprio al di sopra del grande tessuto carta da zucchero.


Insieme a Martí Guixé a curare Intertwingled troviamo la fotografa tedesca Inga Knölke, capo del progetto Imagekontainer. Se per On Flower Power il tema del vaso è stato una metafora per quello dell’empatia, con la nuova mostra il tappeto e l’arazzo rimandano a quello, più attuale che mai, delle relazioni e delle interconnessioni.

Everything is deeply intertwingled / Tutto è profondamente intrecciato, scrive per la prima volta il sociologo Ted Nelson nel 1960, cercando di definire la complessità delle interrelazioni del sapere, dove non ci sono singoli soggetti ma è l’insieme della conoscenza a essere composto di connessioni e relazioni incrociate; impossibili da districare e suddividere secondo un ordine gerarchico, queste devono essere dipanate in più dimensioni, proprio come la trama e l’ordito di un tessuto.


Come per On Flower Power, anche in Intertwingled Knölke e Guixé ci offrono una mostra che può essere letta (e goduta) in una molteplicità di modi e a diversi livelli di profondità, proprio come il tappeto e l’arazzo sono al tempo stesso metafora e interfaccia di un dispositivo che svela – e allo stesso tempo nasconde – la trama e l’ordito da cui è originato.

È un intreccio complesso che genera una installazione di forte impatto, con il Salone invaso da opere d’arte tessili disposte non solo in orizzontale, che possono essere osservate a distanza ravvicinata camminando loro attraverso o colte in uno sguardo di insieme. Una serie di colonne cilindriche di altezze diverse punteggia lo spazio: ancora una volta si tratta dell’immagine del tappeto arrotolato, posto questa volta in verticale.


Guardando questi totem tessili è impossibile non pensare alle colonne della mostra su Ettore Spalletti che si è appena conclusa in questi stessi spazi. Chissà se la relazione tra le due sia stata cercata (il progetto di Intertwingled risale a qualche tempo fa) o se si tratta solo di una casualità particolarmente felice.


Tutto intorno, lungo le pareti, il confine tra le opere tessili, i tappeti, gli arazzi, e quelle di pittura, fotografia, design e artigianato è impossibile da individuare, perché everything is deeply intertwingled: la mostra è accolta generosamente all’interno di Time is Out of Joint attraverso rimandi puntuali e preziosi, da Maria Lai a Carla Accardi, da Alighiero Boetti a Fortunato Depero, da Jackson Pollock a Giuseppe Capogrossi e molti altri ancora: La Galleria Nazionale ci ha abituati da tempo a queste felici contaminazioni tra esposizione temporanea e collezione permanente.
È una mostra che può essere goduta con un approccio istintivo, immergendosi in un mondo di fili, materie e colori, ma anche una che può essere scoperta andando a seguire gli intrecci delle relazioni più nascoste.


Spiega la direttrice Cristiana Collu: “Intertwingled non è solo una densa e stratificata etnografia del design, è un viaggio in molte dimensioni, che intreccia la nostra esperienza con quello che sappiamo e che ancora dobbiamo scoprire, insieme a ciò che non vediamo ma dovremmo sapere immaginare. Visitare la mostra sarà come fare un salto nella simultaneità, un salto che scarta l’ovvio e trova lo stupore, accelera, rallenta, cambia ritmo, riprogetta e ricrea.”

  • INTERTWINGLED – The Role of the Rug in Arts, Crafts and Design.
    A cura di Martí Guixé e Inga Knölke.

Dal 21.03 al 04.09.2022 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Viale delle Belle Arti 131, 00197 Roma
Dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19, ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura.

La Galleria garantisce un’accessibilità totale alle persone con disabilità grazie all’ausilio di ascensori, pedane elevatrici e servizi adeguati.
Sono a disposizione del pubblico due carrozzine anche per uso in autonomia.

Foto: Paolo Olivi @PaoloFM. Per gentile concessione degli artisti e La Galleria Nazionale.