Con la riapertura al pubblico delle sale al piano terra lo scorso 29 aprile, le Gallerie Nazionali di Arte Antica portano a compimento il progetto di riallestimento della collezione permanente di Palazzo Barberini. Si tratta di un processo, articolato per fasi e di cui Pop’s The Matter vi aveva già raccontato nel febbraio scorso, che nel corso degli ultimi anni ha coinvolto tutti gli spazi espositivi del museo, sia quelli già nella disponibilità della Galleria dal tempo della costituzione della sua seconda sede nel palazzo di Via delle Quattro Fontane nel 1953, sia quelli che si sono aggiunti a seguito del trasferimento in altra sede del Circolo Ufficiali delle Forze Armate, che occupava l’Ala sud dal 1934.

Il progetto di rinnovamento si è mosso a ritroso, e le ultime sale a essere rinnovate sono state quelle che accolgono le opere più antiche della collezione, databili tra il Medioevo e l’inizio del XVI secolo.

Numerate dalla 1 alla 11, seguendo lo schema di distribuzione del museo che è allo stesso tempo cronologico e geografico, le sale tornano quindi a essere il punto di partenza del percorso di visita: a sottolineare questo aspetto la prima – detta Sala delle Scimmie dalla decorazione del soffitto affrescata da Agostino Tassi e Simone Lagi – è stata allestita come nuova Sala Orientamento.

Nella Sala Orientamento sono presenti diversi pacchetti di informazioni: ai pannelli di sala è affidato il compito di introdurre il visitatore alle Gallerie Nazionali Barberini Corsini concepite come un museo, due gallerie, di guidarlo attraverso la distribuzione delle sale ai due piani di Palazzo Barberini e di raccontare la storia dell’appartamento di Taddeo Barberini, principe di Palestrina e secondo nipote di Urbano VIII, che in questi spazi al piano terreno dell’Ala Nord si stabilì nella prima metà del ‘600.

Lungo due delle pareti della sala un grande pannello ospita invece la timeline che ripercorre per tappe la storia intrecciata di Palazzo Barberini e delle Gallerie Nazionali d’Arte Antica, a partire dalla loro istituzione negli spazi della Galleria Corsini alla Lungara.

A conclusione della cronologia, un tavolo multimediale fornisce al visitatore la possibilità di approfondire temi che spaziano dalle vicende dei protagonisti della famiglia Barberini a quelle degli artisti che per i Barberini lavorarono, dalla storia del Palazzo a quella della sua collezione. Il tavolo, un grande touch screen, può essere utilizzato contemporaneamente da cinque persone che possono scegliere percorsi diversi e consultare contenuti in italiano e in inglese.

A completare l’allestimento troviamo un dipinto del 1665 di Antonio Gerardi, Maffeo Barberini presiede ai lavori di bonifica del lago Trasimeno, uno dei cartoni preparatori della serie di arazzi sulla Vita di papa Urbano VIII, la più importante prodotta dall’arazzeria Barberini, destinato probabilmente al Salone di Pietro da Cortona.

Spiega la direttrice Flaminia Gennari Santori, che ha curato l’intervento insieme a Maurizia Cicconi e Michele Di Monte:

Il progetto di riallestimento della collezione e di riorganizzazione degli spazi e dei percorsi del palazzo è stato al centro del lavoro di questi anni, e da questo nucleo si è dipanato tutto il lavoro di ripensamento delle Gallerie Nazionali. Il risultato è una enorme soddisfazione per tutti noi. Abbiamo inventato un museo che non c’era, un luogo dove il nostro pubblico riflette e continua a tornare perché sa che troverà sempre spunti nuovi.

Flaminia Gennari Sartori, Direttrice

Le cinquanta opere del piano terra sono disposte secondo un ordine che interseca diversi livelli di lettura: l’allestimento si compone di una serie di stanze dedicate a momenti tematici e approfondimenti monografici mettendo in risalto nessi e rimandi di ordine morfologico, tematico, tipologico, semantico, iconografico e contestuale.
Mentre hanno in comune i dispositivi studiati su misura per l’ancoraggio delle opere alle pareti, i pannelli di sala in tessuto stampato, i sistemi di illuminazione e l’ingegnoso sistema magnetico per le targhette descrittive delle opere progettati dalla squadra guidata da Enrico Quell, i gruppi di sale della collezione permanente di Palazzo Barberini si contraddistinguono adesso per l’uso di una particolare nuance di colore.

Attraverso il proprio colore caratteristico possiamo riconoscere quelle dedicate ai capolavori del ‘500 (riaperte nell’ottobre 2021), quelle del ‘600 (dicembre 2019) e quelle del ‘700 (aprile 2019). È così anche per quelle appena inaugurate, dedicate ai Primitivi: le sale al piano terra utilizzano un intenso sangue di bue nei pannelli che raccordano tra loro i manufatti di più piccola dimensione, una soluzione brillante che enfatizza le caratteristiche delle opere, crea un senso di armonia tra pezzi altrimenti geometricamente eterogenei, e allo stesso tempo introduce un colore fortemente riconoscibile senza coinvolgere direttamente l’apparato decorativo delle antiche sale.

Dopo la Sala Orientamento, numerata come Sala 1, la visita prosegue infatti sulla destra con due ambienti dedicati alla pittura più antica, che hanno per tema Le croci istoriate (Sala 2) e il Gotico aureo (Sala 3). La successiva, intitolata L’autunno del Medioevo (Sala 4), illustra l’affermazione di nuovi modelli di area nordica e fiamminga.

Il percorso sul lato destro termina nella Sala delle Colonne (Sala 5), così chiamata per la presenza di due coppie di grandi colonne in granito fatte collocare quando l’ambiente venne ristrutturato e ridecorato per volere del Cardinale Francesco Barberini.

Sono dedicate alla pittura italiana tra XV e XVI secolo le sale sul lato sinistro: in quella dedicata alle Prospettive rinascimentali (Sala 6) sarà esposto eccezionalmente fino alla fine di ottobre il Trittico di Beato Angelico abitualmente conservato alla Galleria Corsini.

Dopo Il cantiere romano (Sala 7), che mette in luce la pittura del primo Rinascimento nel Centro Italia, il successivo ambiente è intitolato a Pedro Fernandez (Sala 8), autore dell’unica opera esposta nella sala, mentre Il versante adriatico (Sala 10) e L’area veneta (Sala 11) illustrano in parallelo gli esiti della produzione artistica tra ‘400 e ‘500 sul versante orientale della penisola.
La Sala 9 è invece destinata alle mostre focus e ospiterà approfondimenti su singoli lavori, piccoli gruppi di opere o temi specifici.

La visita del piano terra si conclude ritornando alla Sala Orientamento. Prima di proseguire e raggiungere il piano nobile percorrendo lo scalone progettato da Gian Lorenzo Bernini, un pannello di un brillante verde pistacchio ci informa che grazie allo scambio tra le Gallerie Nazionali di Arte Antica e la National Gallery che ha permesso alla Fornarina di essere parte della mostra londinese dedicata a Raffaello, nelle sale dei capolavori del ‘500 incontreremo la Dama con lo Scoiattolo (1526-1528), capolavoro di Hans Holbein.

Esposto fino al prossimo 31 luglio nella Sala 16, il ritratto è circondato da due altri dipinti delle Gallerie Nazionali riferibili allo stesso Holbein o al suo entourage: il Ritratto di Enrico VIII e il meno noto Ritratto di Sir Thomas More, copia mai esposta prima del celebre originale oggi conservato presso la Frick Collection di New York, anch’esso databile al 1527.

Lo scambio tra le Gallerie Nazionali di Arte Antica e la National Gallery di Londra rappresenta per noi una grande opportunità di crescita e conoscenza. La promozione all’estero del nostro patrimonio culturale, con la possibilità di ospitare un capolavoro altrettanto importante nelle nostre Gallerie, è una delle direttrici strategiche del mio operato che mira a rendere la cultura sempre più universale e condivisa.

Flaminia Gennari Santori, Direttrice

Se con la riapertura delle sale al piano terreno il rinnovamento dell’allestimento delle collezioni si può considerare concluso, il lavoro su Palazzo Barberini non è però ancora completato: mentre proseguono gli studi per mettere a punto il progetto di una caffetteria che vada a integrare l’offerta di servizi al visitatore, sono già previste le prossime tappe che interesseranno l’area di accoglienza, la biglietteria e il bookshop del museo. A quel punto, insieme agli spazi per le mostre temporanee inaugurati nel maggio 2021, la sede di Palazzo Barberini delle Gallerie Nazionali d’Arte Antica sarà davvero tutta nuova.

  • Dai primitivi a Filippo Lippi: il nuovo allestimento di Palazzo Barberini
    A cura di Flamina Gennari Santori con Maurizia Cicconi e Michele di Monte.
    Progetto di allestimento di Enrico Quell.

Dal 29.04.2022 alle Gallerie Nazionali d’Arte Antica
Palazzo Barberini
Via delle Quattro Fontane 13, 00184 Roma
Dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18. La biglietteria chiude alle 17.
Prenotazione obbligatoria nel fine settimana e nei giorni festivi.

Foto: Paolo Olivi @PaoloFM. Per gentile concessione delle Gallerie Nazionali d’Arte Antica.